L’alba infreddolita di sabato 11 dicembre vede gli arancioneri di nuovo in viaggio verso Subbuteoland per l’International Open Rewind Cup.
Ai quattro “subbuteisti” della volta precedente Gianca, Gigi, Mauri e Luca, pronti a replicare il team anche a Cdt, si aggiunge Capitan Maina per il solo individuale. Trentaquattro gli iscritti all’Open e ventidue al Veterans, compresa una piccola pattuglia di Belgi.
Altrui valori consolidati rendono la permanenza dei 2K9rs nel tabellone principale praticamente un miraggio, ulteriormente sfocato dal lockdown di questo maledetto biennio. Però il promettente equilibrio di Gianca, rende un po’ amaro il suo terzo posto nel girone dominato da William Dotto. Indubbiamente due brutti clienti (Ramos e Scheen S.) per Robi, mentre Luca affronta con spavalderia Giaux e Lepri. Gigi si ritrova nel girone del semifinalista Micael Caviglia e Mauri sperimenta uno spiritato Caurla… Non resta allora che il Consolazione, dove Robi e Gianca si battono in un duello fratricida, concluso allo shot-out dalla vittoria del primo. Il che non impedirà al secondo di ricevere la fascia di Capitano il giorno dopo! La strada finisce agli ottavi anche per Gigi, Mauri e Luca con qualche spreco, ma tanta determinazione per contenere avversari decisamente più scaltri.
Il coriaceo Francesco “Jambo” Giambelluca di SPQR impedirà al nostro Robi di andare oltre i quarti della competizione poi vinta da Luca Zambello. Sipario chiuso? Assolutamente no! Dopo il check-in nello stesso albergo della Lazio, prende il via la sospirata degustazione di affettati, formaggi e gnocco fritto a “La Zucca”, dove un’abbondante mescita di Lambrusco non può che rinfrancarci dalle fatiche (e dalla pigrizia di qualche arbitro…).
L’indomani, preceduto da un lungo riscaldamento, parte il torneo a squadre. Tredici team e un tabellone senza storia per il Torino 2009. Eppure resta il rammarico per il match con Cremona (1-3 con il punto del neo-capitano Gianca), in bilico per buona parte della durata, ma poi condizionato dalle occasioni non sfruttate. Si può scherzare sull’accesso diretto alla semifinale del Consolazione per il ritiro di Casale, ma la sconfitta con Trento ci riporta all’annoso problema della concentrazione a intermittenza e dell’assenza di cambi.
Alla fine, quale lezione trarre da questa “due giorni”? Dopo una pandemia non ancora debellata, gli arancioneri si sono presentati per testare coraggiosamente la loro voglia di riprendere un percorso interrotto ma mai abbandonato. È opinione diffusa che ai tornei si debba andare solo se ben allenati, per raccogliere i frutti del proprio lavoro. Ma se il lavoro, per ovvi motivi, non c’è stato? Allora meglio vedere in Subbuteoland una sede utile (e non troppo lontana) per giocare quelle partite tese e stimolanti che ci stanno mancando da troppo tempo. Compensare così la carenza di allenamento con un torneo rappresenta non un’inversione tra mezzo e fine, ma l’occasione per valutare le proprie ambizioni, riconoscere con maggiore onestà i propri limiti e calibrare le necessarie correzioni.
Luca C.